lunedì 22 giugno 2020

Intervista con la storia: Cesar Macias e Socrate

INTERVISTA CON LA STORIA 4


Il progetto è nato per sensibilizzare e raccontare il periodo di pandemia mondiale che stiamo vivendo.  Chiederemo aiuto a personaggi illustri del passato, a quelle donne e a quegli uomini che hanno fatto la storia.  Ascoltare la loro voce ci permetterà di riflettere e forse ci  aiuterà ad affrontare questo periodo con maggior consapevolezza e saggezza. Sarà la persona intervistata a scegliere il suo ‘mentore’ e a farci ascoltare la sua voce, dopo aver passato almeno una settimana insieme a lei/lui attraverso letture, visioni di video, ricerche. I mentori potranno avere pareri discordanti, addirittura opposti, non siamo qui per giudicarli ma per ascoltare la loro voce, per capire cosa ci direbbero se fossero qui, ora, con noi. Oggi abbiamo con noi Cesar Macias e il suo mentore Socrate.



CESAR MACIAS 

Cesar Macias è nato in Ecuador a metà degli anni ’90 e si è trasferito in Italia nel 2002. Da buon sagittario è dotato di grande spirito d’avventura che lo ha portato a girare l'Europa e a imparare quattro lingue: italiano, spagnolo, inglese e portoghese.  Ha vissuto a Lisbona, città che ha conquistato il suo cuore e in cui, coronavirus permettendo, tornerà senz'altro. Ha due lauree in ambito informatico e al momento lavora come software engineer. Ha avuto la ‘fortuna' di essere mio studente: il nostro percorso insieme è partito da un consiglio di classe straordinario ed è arrivato alla rosa regalata alla cena di fine maturità. Nonostante la formazione scientifica, ha una forte passione per le materie umanistiche, dalla letteratura alla filosofia. In particolare ama Socrate e dopo aver letto l’Apologia, scritta da Platone, quell’amore non si è più spento. Insieme a Denis Sota ha creato la pagina web www.ornelladallavalle.com per cui ancora lo ringrazio.



SOCRATE


Di Socrate conosciamo con certezza la data di morte, che avvenne nel 399 a.C. a seguito di una condanna per ‘empietà’: fu accusato di non credere negli dei della città e di corrompere i giovani con le sue dottrine (in realtà dietro tale accusa si nascondevano dei risentimenti di vario genere e delle manovre politiche, come Platone ben ci dice nell’Apologia) Il padre, Sofronisco, era uno sculture e la madre, Fenarete, una levatrice. Si sposò due volte, prima con Mirto e poi con Santippe, da cui ebbe tre figli. Non si mosse mai da Atene se non perché chiamato a partecipare a imprese militari (combatté a Potidea, ad Anfipoli e a Delio). Non era bello ma affascinante e aveva un fisico fortissimo, capace di sopportare enormi fatiche. Fu discepolo di Archelao e inizialmente aderì alle dottrine dei Fisici, solo successivamente e in tarda età ebbe una crisi di pensiero e divenne sofista. Socrate è conosciuto come il padre fondatore dell’etica (o filosofia morale), non ha lasciato alcuno scritto per sua scelta personale perché fece dell'oralità lo strumento essenziale del suo "fare filosofia”.



Se Socrate oggi fosse qui:


  1. Metterebbe la mascherina? Se sì, la metterebbe per proteggere sé stesso o per progettare gli altri?

    Certo, ma l’abbasserebbe dopo cinque secondi. Con la mascherina diventa difficile parlare ed il dialogo per Socrate è importante quanto la vita stessa. Quantomeno avrebbe tenuto le distanze di sicurezza, si può parlare anche ad un metro di distanza.
    Indubbiamente lo farebbe per proteggere gli altri, lui era uno che di assembramenti ne creava! Era una calamita per le folle e Zoom non sarebbe bastato a tenere i suoi allievi a distanza.
  1. Scaricherebbe l’app Immuni? Accetterebbe un controllo sugli spostamenti degli individui? Starebbe a distanza dai propri simili? Baratterebbe la sua libertà per una forma di sicurezza?
  • Probabilmente sì, in fin dei conti Socrate non si è mai nascosto e sapere che i suoi spostamenti sono monitorati non lo infastidirebbe minimamente. Un’applicazione del genere, conoscendone lo scopo soprattutto, di certo non la vedrebbe come limitazione della sua libertà. Discorso diverso per il periodo di quarantena, quella la considererebbe una situazione inaccettabile. Se avesse dovuto rimanere chiuso in casa senza poter dialogare con la gente in giro, per lui non avrebbe avuto senso continuare a vivere. Non per altro morì proprio perché gli venne chiesto di smettere di praticare l’arte della filosofia e di “plagiare” i giovani. Lui, a questa opzione, preferì la morte. Diciamo che non avrebbe avuto problemi con la fase due, ma durante la fase uno lo avremmo visto tutti i giorni in giro a prendere multe che poi non avrebbe pagato. Avrebbe poi cercato, nelle aule di tribunali, di convincere la giuria che quelle multe non erano giuste.


  1. Si sarebbe sentito disorientato in questo momento? In cosa avrebbe sperato per il futuro? Cosa ci direbbe? Cosa farebbe?
  • Il disorientamento non è una cosa che lo preoccupa, anzi lo stimola. Sicuramente in un momento storico come questo, si sarebbe posto mille quesiti sulla situazione attuale e sul come affrontarla, avrebbe gestito il disorientamento come ricerca della conoscenza. Probabilmente lo avremmo visto in piazza Duomo a discutere con una grande folla sul come comportarsi e sul come gestire al meglio questa situazione. Il futuro lo lascia in mano ai giovani che però cerca di educare il più possibile.


  1. Cosa definirebbe ‘scuola’. Accetterebbe la didattica a distanza?
  • Scuola per Socrate è sinonimo di dialogo. Grazie al dialogo si arriva alla conoscenza di sé stessi e quindi del mondo, non si è mai considerato un insegnante e non ha mai chiesto compensi, per Socrate la conoscenza arrivava come conseguenza del confronto. Ecco la didattica a distanza probabilmente non farebbe per lui, parlare via webcam non è come parlare dal vivo. Ciò lo avrebbe fermato? Sicuramente lo avremmo trovato a bussare alle porte dei suoi “congiunti”, d’altronde non c’è congiunzione più grande di quella mentale.


  1. E tu, Cesar, cosa pensi di quello che sta succedendo? Quale pensiero ci regali oggi?
  • Penso che ci troviamo in una situazione molto difficile che sta avendo ripercussioni su più livelli. Penso che ci sia bisogno di prendere coscienza di questo momento e un consiglio che mi sento di dare, citando Socrate, è “conosci te stesso”. Ci avviamo verso una fase tre che spero sia figlia di una fase uno, in cui abbiamo avuto modo di dedicarci di più a noi stessi, di prenderci una pausa dal ritmo frenetico con cui viviamo abitualmente, una fase in cui non potevamo che sperare nel futuro e dovevamo canalizzare tutte le energie negative in qualcosa di positivo, come la conoscenza di noi stessi e di conseguenza l’accettazione e l’amore per noi stessi. Stiamo vivendo ora una fase due in cui possiamo mettere in pratica ciò che abbiamo imparato, possiamo rivedere le persone a cui ci si siamo legati e riallacciare i rapporti persi, con le dovute precauzioni. Spero che questa terza fase sia la fase in cui ci rialzeremo e in cui dimostreremo a noi stessi e al mondo quanto siamo forti e quanto il COVID-19, sì ci ha ferito e colpito, ma non ci ha sconfitti bensì ci ha rafforzati.

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