INTERVISTA CON LA STORIA 2
Il progetto è nato per sensibilizzare e raccontare il periodo di pandemia mondiale che stiamo vivendo. Chiederemo aiuto a personaggi illustri del passato, a quelle donne e a quegli uomini che hanno fatto la storia. Ascoltare la loro voce ci permetterà di riflettere e forse ci aiuterà ad affrontare questo periodo con maggior consapevolezza e saggezza. Sarà la persona intervistata a scegliere il suo ‘mentore’ e a farci ascoltare la sua voce, dopo aver passato almeno una settimana insieme a lei/lui attraverso letture, visioni di video, ricerche. I mentori potranno avere pareri discordanti, addirittura opposti, non siamo qui per giudicarli ma per ascoltare la loro voce, per capire cosa ci direbbero se fossero qui, ora, con noi. Oggi abbiamo con noi Cesare Novara e il suo mentore Thomas Hobbes.
CESARE NOVARA
Cesare Novara è nato a Piacenza all’inizio degli anni ’90, ama lo sport e la letteratura. Ha conseguito due lauree: la prima in Giornalismo e cultura editoriale, la seconda in Lettere, entrambe presso l’Università di Parma. Attualmente insegna alla scuola media di Alseno, nella provincia di Piacenza. È entrato in contatto con il suo mentore durante il corso di Storia del pensiero politico, tenuto dal professor Truffelli. Lo studio di questo rivoluzionario pensatore ha folgorato Cesare, tanto da rendere l’intellettuale inglese l’oggetto della sua prima tesi, dal titolo "Rileggere Hobbes nell'attualità: due convegni a distanza di venticinque anni".
THOMAS HOBBES
Thomas Hobbes è stato un filosofo e matematico britannico vissuto a cavallo tra il ‘500 e il ‘600. Definito da alcuni un intellettuale misantropo, ha fatto dell’antropologia la base della sua teoria politica. Le sue opere principali, De cive e Leviatano, sono state bruciate dall’Università di Oxford nella seconda metà del ‘600. È tornato in auge all’inizio del ‘900, grazie alla sua visione totalitaria del potere e alla sua descrizione della natura umana come competitiva ed egoista (Bellum omnium contra omnes - “ la guerra di tutti contro tutti) ed è diventato il cardine di qualsiasi programma di studi di Storia del pensiero politico.
Se Thomas Hobbes oggi fosse qui:
- Metterebbe la mascherina?
- Non so bene cosa sia una mascherina, ai miei tempi gli unici che indossavano maschere erano i medici della peste. Ricordo quello strano becco con all’interno paglia e fieno che avevano la funzione di filtraggio. Qualsiasi strumento per proteggere se stessi e gli altri non può che essere ben accetto. La mia intera filosofia politica si fonda proprio su questo, pertanto affermo serenamente che la indosserei senza problemi. Va considerato inoltre che una legge impone il suo utilizzo. Essendo io uno dei principali teorici dell’assolutismo, ho sempre eseguito tutti gli ordini imposti dal sovrano. Ovviamente, la conditio sine qua non, dev’essere la tutela degli individui.
- Scaricherebbe l’app Immuni? Accetterebbe un controllo sugli spostamenti degli individui? Starebbe a distanza dai propri simili? Baratterebbe la sua libertà per una forma di sicurezza?
- Certamente sì, tutti noi abbiamo sempre barattato la nostra libertà per avere sicurezza, mi stupisco che ve ne rendiate conto solo nel 2020. Lasci che le spieghi una cosa…. La gente parla dell’essere umano senza conoscerlo. Io l’ho studiato a fondo. Nello stato di natura, dove non ci sono regole, l’uomo è totalmente libero di fare e subire qualsiasi cosa; è lupo degli altri uomini. Impaurito per questa situazione di perenne pericolo, decide di unirsi ai suoi simili, non per istinto naturale, come affermava l’ingenuo Aristotele, bensì per interesse! Siglando un patto accetta di cedere la sua libertà al potere politico in cambio della tutela della vita. È un do ut des. Per ottenere qualcosa è necessario sempre cedere qualcos’altro, e noi tutti lo facciamo inconsciamente da secoli. Se le mie opere fossero lette nelle scuole i ragazzi scoprirebbero che da quando esiste un potere politico l’uomo ha perso la sua libertà. Voi non siete liberi! Potete drogarvi? Bere alcolici alla guida di un veicolo? Non pagare le tasse? Circolare nudi? La risposta è no, e il motivo è semplice: danneggereste voi stessi e gli altri. Non vedo onestamente la differenza rispetto alle misure anti-Covid. La vostra e la mia libertà risiedono nel rispetto della legge.
- Si sarebbe sentito disorientato in questo momento? In cosa avrebbe sperato per il futuro? Cosa ci direbbe? Cosa farebbe?
- Disorientato? Assolutamente no. Sono nato prematuramente perché mia madre era terrorizzata dall’arrivo dell’Invincibile armata spagnola. Ho vissuto nel corso della guerra civile inglese. Nel pieno della mia maturità fisica e intellettuale la peste uccideva milioni di persone in tutta Europa. Sinceramente questo Covid non mi spaventerebbe. L’uomo ha affrontato stragi e catastrofi di gran lunga superiori. Seguite gli ordini di chi sta al potere e vedrete che ne uscirete prima del previsto. Diversamente, se ognuno agirà di testa sua di creerà il caos, l’elemento fondamentale che ha portato alla caduta di ogni società.
- Cosa definirebbe scuola? Accetterebbe la didattica a distanza? Cosa penserebbe dello smart working?
- Mi limito alla prima domanda, poiché le altre due sono troppo futuristiche per un uomo che è vissuto un secolo prima della Rivoluzione industriale. In merito alla definizione di scuola, inizierei a pensare all’istruzione e all’educazione come qualcosa di non necessariamente legato a banchi, cattedre e lavagne. È risaputo che mi sono diplomato all’Università di Oxford e che ho conseguito il baccalaureato delle arti, tuttavia ho appreso molto di più grazie ai miei viaggi in tutta Europa, dove sono entrato in contatto con i più grandi geni della mia epoca; uno su tutti Galileo Galilei. Mi ha trasmesso l’approccio scientifico alla realtà, il fondamento di tutte le mie teorie politiche. Smettetela di pensare che l’istruzione sia solo scuola. L’uomo deve imparare da tutto quello che lo circonda; ovviamente anche dai libri, che si possono e si devono leggere a prescindere dalla scuola. Proprio per questo sono stato il primo traduttore in lingua inglese della Guerra del Peloponneso di Tucidide e dell’Iliade e l’Odissea di Omero. Queste opere mi hanno aperto gli occhi sulle cause che hanno portato al crollo delle grandi civiltà del passato.
- E tu Cesare, cosa pensi di quello che sta succedendo? Quale pensiero ci regali oggi?
- Premetto che non sono d’accordo con molte teorie espresse da Hobbes ma sono affascinato da questo grande pensatore, poiché, studiandolo a fondo, ti costringe a riflettere su tutti gli aspetti che regolano lo Stato. Tornando alla domanda, sinceramente penso che governare in questa situazione straordinaria non sia facile e non invidio chi deve prendere decisioni in questo momento. Da professore di Lettere mi limito al mio ramo di competenza e mi sento di poter affermare che si poteva studiare meglio la storia (le grandi epidemie del passato, gli errori commessi e le soluzioni efficaci) per essere più preparati oggi. Lo dicevano già i latini, ma ahinoi tendiamo spesso a dimenticarlo; Historia magistra vitae.


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