venerdì 31 luglio 2020

Intervista con la storia: Sara Orelli e Sir Isaac Newton

INTERVISTA CON LA STORIA 9


Il progetto è nato per sensibilizzare e raccontare il periodo di pandemia mondiale che stiamo vivendo.  Chiederemo aiuto a personaggi illustri del passato, a quelle donne e a quegli uomini che hanno fatto la storia.  Ascoltare la loro voce ci permetterà di riflettere e forse ci  aiuterà ad affrontare questo periodo con maggior consapevolezza e saggezza. Sarà la persona intervistata a scegliere il suo ‘mentore’ e a farci ascoltare la sua voce, dopo aver passato almeno una settimana insieme a lei/lui attraverso letture, visioni di video, ricerche. I mentori potranno avere pareri discordanti, addirittura opposti, non siamo qui per giudicarli ma per ascoltare la loro voce, per capire cosa ci direbbero se fossero qui, ora, con noi. Oggi abbiamo con noi Sara Orelli e il suo mentore Sir Isaac Newton.




SARA ORELLI 




Sara Orelli è cresciuta tra le colline, precisamente a Nibbiano, un grazioso paesino di campagna nella selvaggia Alta Val Tidone, dove tuttora risiede durante i mesi estivi. Si è laureata in matematica agli inizi degli anni '90 all’Università di Pavia e da allora ha lavorato come docente in varie scuole superiori della provincia di Piacenza e di Parma. Da alcuni anni insegna al liceo scientifico “Alessandro Volta” di Castel San Giovanni, dove lei stessa ha studiato. Collabora inoltre con la Facoltà di Ingegneria dell'Università di Parma, dove svolge le esercitazioni per il corso di Analisi 1. Ama la sua professione e mette grande passione in ciò che fa;  per questo odia la burocratizzazione che ha inutilmente appesantito la scuola negli ultimi anni. Appassionata lettrice fin da adolescente, ama il teatro, il cinema e, soprattutto, viaggiare.



SIR ISAAC NEWTON




Sir Isaac Newton nacque il 25 dicembre del 1642 nel Lincolnshire in una famiglia di piccoli proprietari terrieri. È considerato uno dei più grandi fisici di tutti i tempi, ma fu anche matematico (è uno dei padri del calcolo infinitesimale), filosofo naturale, astronomo, teologo storico, alchimista. Risultarono  fondamentali, per i contemporanei e i posteri, i suoi contributi alla meccanica classica e allo sviluppo degli studi sulla natura della luce. Fin da adolescente costruiva meridiane, clessidre ad acqua e modelli funzionanti di mulini. Alla fine del 1658 fu costretto dalla famiglia ad abbandonare gli studi, ma si rivelò un pessimo agricoltore. Si trasferì a Cambridge nel 1661,  grazie al suo  maestro che convinse la madre a fargli proseguire gli studi al Trinity College.  Terminata l’università visse un periodo di auto isolamento nella sua casa in campagna (a causa della peste) dove elaborò alcune delle sue rivoluzionarie teorie. Aveva un grande spirito di osservazione ed era capace di  trarre ispirazione da eventi quotidiani: si racconta che un giorno, mentre stava seduto sotto una pianta,  una mela gli cadde in testa; questo episodio lo portò a pensare alla gravitazione e a riflettere sul perché la Luna non cadesse sulla Terra. Caratterialmente era un uomo particolarmente scorbutico, di poche parole:  pare che abbia riso una sola volta nella sua vita (quando uno studente gli chiese se valesse la pena studiare gli Elementi di Euclide). Era paranoico, litigioso (sono famosi i suoi diverbi con Leibniz), solitario ed asociale (forse soggetto a qualche forma di autismo). Pubblicò molto tardi i suoi scritti scientifici, pare infatti che avesse convinzioni molto vicine al pitagorismo e che, quindi, considerasse il sapere come bene da condividere tra pochi eletti. Morì all'età di 84 anni e fu sepolto con grandi onori  nell'abbazia di Westminster. Per lui Pope scrisse un famoso poemetto che inizia così: "la natura e le leggi della natura giacevano nascoste nella notte; Dio disse: che Newton sia!… e luce fu”.







Se Sir Isaac Newton oggi fosse qui:

  1. Metterebbe la mascherina? Se sì, la metterebbe per proteggere sé stesso o gli altri?

No, la mascherina non la metterei, devono metterla gli altri, per tutelarmi! Il distanziamento sociale l’ho mantenuto già nel 1666 quando a Londra scoppiò l’epidemia della peste e io mi ritirai nella mia casa in campagna a Woolsthorpe. Per me, quella, fu un’occasione per riflettere, formulare nuove ipotesi, verificarle con numerosi esperimenti ed elaborare nuove teorie. Il mio auto isolamento divenne una risorsa per l’umanità, feci importantissime scoperte scientifiche. Avete mai sentito parlare della teoria gravitazionale, quella su cui si basa la fisica classica?



  1. Scaricherebbe l’app Immuni? Accetterebbe un controllo sugli spostamenti degli individui? Baratterebbe la sua libertà per una forma di sicurezza?

Non ci penso proprio! Prima di tutto non l’ho fatta io, quindi ho dei seri dubbi sulla sua validità. La mia libertà di pensiero e di spostamento sono indiscutibili, non possono essere barattate con nulla.



  1. Si sarebbe sentito disorientato in questo momento? In cosa avrebbe sperato per il futuro? Cosa ci direbbe? Cosa farebbe?

No, non mi sentirei disorientato. Prenderei atto di una realtà differente e la vedrei come una opportunità di miglioramento personale e sociale. La mia storia ha dimostrato che il 1666 (l’anno della bestia), quello che era atteso come l’annus horribilis divenne l’annus mirabilis, l’anno delle meraviglie… grazie a me!



  1. Cosa definirebbe scuola? Accetterebbe la didattica a distanza?

Non sono a favore della didattica a distanza, se avessi dovuto farla mi sarei rifiutato perché la considero tempo sprecato in quanto la scienza necessita di sperimentazione inoltre non è possibile ‘insegnare’ senza instaurare una relazione personale. Invece di perdere energie con queste cose, fate come me! Durante il periodo di chiusura dell’Università di Londra ho elaborato una teoria che ha cambiato la storia della fisica. Il tempo dedicato all’osservazione e alla riflessione è prezioso ed indispensabile per il metodo scientifico, altro che didattica a distanza! Lo ripeto: la scienza si basa sulla sperimentazione altrimenti non è scienza.




  1. E tu Sara, cosa pensi di quello che sta succedendo? Quale pensiero ci regali oggi?

Il periodo di lockdown ha evidenziato, ancora una volta, che abbiamo una scarsa cultura scientifica. Pretendiamo da medici e ricercatori risposte certe ed immediate ma non ci ricordiamo che la medicina è una scienza statistica, ne consegue che la sperimentazione deve essere fatta su grandi numeri e quindi necessita di tempo. Anche un certo tipo di divulgazione televisiva ci ha fuorviato, facendoci dimenticare che il dibattito tra ricercatori caratterizza da sempre la comunità scientifica. Partire da punti di vista differenti è la normale prassi di fronte a situazioni nuove come quella che stiamo vivendo, in cui non ci sono certezze, ma questo non deve essere vissuto come un limite ma come una possibilità. La scienza propone modelli di interpretazione della realtà, modificabili negli anni, non è dogmatica. Per quanto riguarda, invece, la mia esperienza di insegnante, negli ultimi mesi dello scorso anno scolastico mi sono trovata costretta a fare didattica a distanza. La considero una misura di emergenza ma non deve diventare in alcun modo una prassi di insegnamento. Il digitale è accettabile come mezzo ma mai come fine, non dimentichiamocelo.

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